Nel secolo alle nostre spalle, nei momenti critici dello Stato e della Nazione, ogni qual volta si cercò di riprendere fiato per ricostruire una unità nazionale, si fece riferimento alla cultura meridionale. Accadde così, nel primo decennio del secolo, da Firenze, con Salvemini prima e con La Voce poi; accadde così, nel primo dopoguerra, da Torino, con Gramsci e con Gobetti; accadde così, nel secondo dopoguerra, quando da Napoli si cercò di ricostruire una identità nazionale unitaria con l’impegno di uomini come Giorgio Amendola e i riformisti del Pci. Tutto questo perché il pensiero politico meridionale ha costantemente posto non questioni marginali, seppur importanti, ma le questioni generali dell’assetto dello Stato e della economia nazionali; ecco perché un processo di formazione e costruzione di una coscienza unitaria ha potuto permanentemente attingere alle elaborazioni del meridionalismo classico. Ecco quindi i contributi e le esperienze di uomini come Azimonti, Franchetti, Rossi, Jacoviello, De Martino e la loro scelta di offrire un modello di comportamento civile, politico, culturale e anche imprenditoriale, soprattutto nelle più arretrate Basilicata e Calabria. La Collana è stata ideata sulla base di questa ispirazione!